Centro Agro Zootecnico Pilota
Annesso all'istituto vi è il Centro Agro Zootecnico Pilota che può contare su una superficie coltivabile di circa 40 ettari ha, oltre una stalla, magazzini, abitazioni per il personale, locali per il ricovero e la manutenzione di macchine e attrezzi, aule e laboratori.
Il Centro Agro-Zootecnico Pilota è una risorsa insostituibile per l'istituto in quanto rappresenta il più importante laboratorio a disposizione della scuola. E' un laboratorio naturale, che con i 40 ettari di terreno agricolo coltivato e la stalla per l'allevamento dei bovini, permette la verifica pratica dell'apprendimento e la sperimentazione agro-zootecnica.
I terreni sono coltivati a riso, mais, grano, loiessa e ad orzo. E' stato impiantato anche un frutteto didattico con filari di piante da frutto tipiche del panorama agricolo italiano quali meli, peri, peschi, actinidia, uva e piccoli frutti.
L'orto didattico, oltre alle coltivazioni a cielo aperto, si avvale anche di un tunnel freddo per la coltivazione invernale degli ortaggi.
Il Giardino Botanico, avviato nel 1980, è una raccolta di piante coltivate e d'ambienti naturali ricostruiti, occupa una superficie di circa 30.000 metri quadrati ed ospita circa 300 specie botaniche tra alberi, arbusti ed erbacee provenienti da diverse parti del mondo. Sono rappresentate collezioni tematiche di piante nei diversi ambienti ricostruiti: l'Arboreto, il Querco-carpineto, il Querco-olmeto, il Bosco igrofilo, la Zona umida e la Brughiera, corredati da etichette, pannelli illustrativi e percorsi guidati.
L'Arboreto, nato agli inizi del 1980, occupa una parte preponderante del Giardino Botanico ed è rappresentato da zone prative che ospitano alberi ed arbusti ornamentali provenienti da tutto il mondo, raggruppati, secondo un disegno paesaggistico.
Le raccolte sono suddivise lungo due percorsi didattici: Divisione delle Gymnospermae e Divisione delle Angiospermae.
Il Querco-carpineto, impiantato nella primavera del 2001, è un'associazione vegetazionale di piante autoctone, distribuite secondo un disegno naturalistico, composta dallo strato alto arboreto, dominato dalla farnia e dal carpino bianco, associate ad altre specie arboree, quali ciliegio selvatico, frassino maggiore, tiglio selvatico, dal sottobosco arbustivo, ricco di specie, quali biancospino, berretta del prete, sanguinella, nocciolo e dallo strato erbaceo, dominato dall'anemone bianco, la pervinca, la pulmonaria, il sigillo di Salomone.
Il Querco-olmeto, è un bosco di farnia ed olmo campestre tipico del paesaggio dei meandri e delle lanche lungo i fiumi maggiori della pianura padana. Si tratta di un'associazione intermedia tra la vegetazione palustre, le boscaglie a salice ed il Querco-carpineto, che costruisce la fase finale o climax. Si possono osservare arbusti, quali sambuco nero, sanguinella e specie erbacee come equiseto, campanellino e rampicanti: luppolo e edera.
Il Querco-olmeto dal 2002 è in fase d'allestimento.
Il Bosco igrofilo, contemporaneo del Queco-olmeto, è un'associazione vegetazionale distribuita in prossimità dei corsi d'acqua, dominata dal salice bianco, dal pioppo bianco, dall'ontano nero, etc. Spesso accompagnata da una componente arbustiva composta principalmente dal sambuco nero, dal pallon di maggio e dalla fragola. Lo strato erbaceo può essere occupato dal favagello, accanto a specie spesso esotiche e infestanti. Caratteristica è l'abbondanza di specie lianose, come ad esempio il luppolo.
L'attività zootecnica è incentrata sull'allevamento del bovino con indirizzo produttivo linea vacca-vitello ed ingrasso, ed è costituito da soggetti di razza Piemontese iscritti ai libri genealogici.
L'allevamento è sottoposto a regolari controlli da parte delle autorità sanitarie locali attestanti l'indennità da tubercolosi e brucellosi e si avvale della consulenza sanitaria del Veterinario Aziendale e della collaborazione dell'Associazione Provinciale degli Allevatori di Novara per quanto riguarda la selezione genetica, morfologica, funzionale e la partecipazione alle mostre di settore.
Gli scopi per eminentemente didattici, non tralasciano gli aspetti tecno-economici che regolano l'attività di ogni altro allevamento zootecnico. Gli alunni hanno quindi la possibilità di partecipare alla formulazione, alla preparazione e somministrazione delle razioni, alla sincronizzazione dei calori, alla inseminazione artificiale, alla diagnosi di gravidanza e all'assistenza ai parti.
Nell'ambito di un progetto di tutela e caratterizzazione della produzione zootecnica dell'Istituto, ci si attiene alle norme volte a salvaguardare il benessere degli animali, garantendo condizioni e trattamenti il più possibile rispondenti alle esigenze e ai comportamenti naturali.
Anche l'alimentazione è rigorosamente naturale e per la maggior parte proveniente dalla produzione aziendale dell'Istituto.
Il museo naturalistico, nato nel 1995, si prefigge di raccogliere, conservare ed esporre la natura locale interagendo con gli ambienti naturali ricostruiti nelGiardino Botanico. Non è una semplice ostensione delle collezioni, ma una vera e propria ricostruzione scenografica di ambienti naturali o antropizzati tipici del nostro territorio, quali il bosco planiziale, la zona umida, la campagna e la città, in cui sono collocati gli animali corredati di una idonea cartellonistica didattica.
Il museo non vuole essere un semplice contenitore di reperti naturali, ma una struttura dinamica in continua evoluzione, in cui poter svolgere esperienze formative, di educazione ambientale, di ricerca e di animazione naturalistica, atta a favorire la comprensione e la diffusione di una cultura di conoscenza e di rispetto degli ecosistemi presenti nel nostro territorio.
Attualmente il museo, in fase di allestimento, conserva collezioni di mammiferi, uccelli, rettili, anfibi, pesci e invertebrati.
A decorrere dall'anno scolastico 2005/2006 l'I.T.A Bonfantini è presente maggiormente sul territorio con l'apertura di una sezione staccata nel comune di Romagnano Sesia.
L'ubicazione dell'Istituto, in un contesto territoriale dove i settori agro-zootecnico, agro-alimentare e vitivinicolo rivestono un'importanza basilare, la sua unicità e la sua specificità nella provincia di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola hanno creato le idonee condizioni, affinchè il bacino d'utenza, che gravita sull'istituto e ad esso si riferisce, sia molto ampio e si estenda, sia pure per motivi logistici, anche fuori dai confini regionali.
Come modello economico, sono presenti nel territorio tutti quei settori che fanno di tale bacino un'area equilibrata ed attenta a nuove opportunità di sviluppo industriale. L'agricoltura, con circa 5000 addetti, vede nella risicoltura, nella viniviticoltura, nella produzione del gorgonzola, nel floro-vivaismo e nell'allevamento, le sue principali attività. Nel settore industriale, il tessuto prevalente è di piccole e medie imprese fra le quali spiccano quelle del settore chimico e alimentare. Il terziario inoltre risulta essere un settore di grande rilevanza nell'attuale struttura produttiva.